Giovedì 12 aprile secondo appuntamento “La scuola e il lavoro come strumenti di rieducazione” nell’ambito degli incontri settimanali del percorso culturale “Punire, Rieducare, Ripartire? Riflessioni sulla sanzione penale oggi in Trentino”. Il ciclo di conferenze fa parte del progetto biennale “Liberi Da Dentro”, che mira a diffondere sul territorio una conoscenza reale del mondo del carcere, delle pene e del loro effetto sulle persone. La sede dell’incontro sarà la Fondazione Franco Demarchi a Trento, in piazza S.M. Maggiore, n.7. Programma completo sul sito www.sps.tn.it

Il prossimo appuntamento del percorso culturale “Punire, Rieducare, Ripartire? Riflessioni sulla sanzione penale oggi in Trentino”, nell’ambito del progetto biennale finanziato dalla Fondazione Caritro “Liberi Da Dentro”,  è fissato per giovedì 12 aprile – dalle 17.00 alle 19.00 presso la Fondazione Franco Demarchi. I temi affrontati in questo 2° incontro saranno “La scuola e il lavoro come strumenti di rieducazione”.

La testimonianza di una persona che ha fatto l’esperienza della detenzione introdurrà l’incontro.
A partire dalla storia, Amedeo Savoia, insegnante di lettere presso la Casa Circondariale di Trento, approfondirà il tema de “La scuola in carcere come strumento per riprogettarsi”.
Il secondo spunto di riflessione sarà a cura di Gloria Cannone, sociologa impegnata nel campo dell’innovazione sociale, che presenterà il tema “Lavorare dentro e oltre il carcere. Una valutazione dell’efficienza e dell’efficacia”, accompagnata dalla testimonianza concreta di un operatore di una cooperativa sociale.
Ai partecipanti sarà offerto, da parte dei partner di progetto, un assaggio di prodotti dell’Economia Carceraria Italiana, a cura della cooperativa del commercio equo Mandacarù.

Il primo incontro:

Circa un centinaio di persone hanno partecipato  lo scorso giovedì 5 aprile al 1° incontro – “La pena cattiva non serve. Una pena sensata si può.  Fulvio Cortese, docente di diritto pubblico all’Università di Trento, ha spiegato come l’articolo 27 della Costituzione sulle pene per i colpevoli vada letto ed interpretato tenendo conto di tutto l’impianto personalistico e solidale del testo: il mondo carcerario non è un mondo a sé, ma una comunità da organizzare e da trattare alla stregua di tutte le altre che interessano i cittadini di questo paese. È la solidarietà e non la paura la linea che ci deve condurre. L’esperienza della rivista “Ristretti Orizzonti” come percorso di rieducazione è stata poi introdotta da Ornella Favaro, volontaria redattrice della rivista. Da lei è stata tratteggiata la differenza riscontrabile a seguito di una “pena cattiva”, senza speranza e senza integrazione, e a seguito invece di una “pena sensata”, integrata ed integrante. Un dato su tutti: il carcere classico vede un tasso di recidiva pari al 70%, mentre dopo misure integranti e combinate, la recidiva scende al 19%. Bruno infine, ha proposto la sua testimonianza, senza remore, con una coscienza sociale ed una conoscenza del mondo delle pene che ha arricchito e moltiplicato gli effetti conoscitivi della conferenza. Domande e risposte molto interessanti hanno concluso l’incontro,  a cui hanno partecipato soprattutto giovani.

Il Progetto – info e programma aprile-luglio 2018